Jazzitalia - Carlo Nardozza Quintet: Rubberduck
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Jazz Engine – JE8001 – 2007
Carlo Nardozza Quintet
Rubberduck


1. Down to Bernina (Nardozza)
2. Comba (Nardozza)
3. Rubber Duck (Weijters)
4. Intro (Nardozza,Doemen)
5. Sbbk (Nardozza)
6. Making Choices (Nardozza)
7. Fraimundo (Nardozza)
8. My Romance (Rodgers,Hart)
9. Table for five (Nardozza)
10. Big Time!(Van Acker)
11. Bad Hair Day (Doemen)
12. Trico Traco (Nardozza)

Carlo Nardozza - tromba
Daniel Daemen - sax alto e soprano
Melle Weijters - chitarre
Tom Van Acker - contrabbasso
Steffen Thormaehlen - batteria






C
ontinua la fortunata serie Jazz Engine Records in collaborazione alla rivista specializzata Jazzit. Protagonista in allegato al numero di gennaio-febbraio del 2007 il quintetto del trombettista di chiare origini italiane Carlo Nardozza. Nella più classica delle formazioni bop, con Daniel Daemen al sax alto e soprano, Tom Van Acker alla contrabbasso, Steffen Thormaehlen alla batteria e la sola eccezione della chitarra di Melle Weijters in sostituzione di un più convenzionale pianoforte. L'ensemble belga, con alle spalle partecipazioni a importanti rassegne come il North Sea Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival, suona un jazz brillante e moderno, ricco di spunti interessanti.

Rubberduck è composto da dodici brani originali, la maggior parte a firma dello stesso Nardozza, per circa un'ora di musica di ottima fattura. Il leader porta il gruppo ad esprimersi in un linguaggio intenso e frizzante dove ai dialoghi dei due fiati viene contrapposta la chitarra di Weijters come elemento di rottura. Supportata da una ben collaudata quanto incisiva sezione ritmica, la scrittura di Nardozza riesce ad affascinare sia nei momenti più classici che in quelli più moderni e ritmati. I cinque dimostrano di essere in splendida forma per l'intera durata del disco con ottimi fraseggi, suoni ricercati e arrangiamenti sempre vari e singolari, anche se ciò che più colpisce è proprio l'insieme che riesce con disinvoltura ed eleganza a coinvolgere e rapire l'ascoltatore in tutte le situazioni, facendo di Rubberduck un piccolo gioiello che dimostra quanto il quintetto sia una formazione europea di sicuro valore e di cui sentiremo sicuramente parlare.
Luca Labrini per Jazzitalia













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Data pubblicazione: 04/05/2008

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