Continua la fortunata serie
Jazz Engine Records
in collaborazione alla rivista specializzata Jazzit. Protagonista in allegato
al numero di gennaio-febbraio del 2007 il quintetto
del trombettista di chiare origini italiane Carlo Nardozza. Nella più classica
delle formazioni bop, con Daniel Daemen al sax alto e soprano, Tom Van
Acker alla contrabbasso, Steffen Thormaehlen alla batteria e la sola
eccezione della chitarra di Melle Weijters in sostituzione di un più convenzionale
pianoforte. L'ensemble belga, con alle spalle partecipazioni a importanti rassegne
come il North Sea Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival, suona
un jazz brillante e moderno, ricco di spunti interessanti.
Rubberduck è composto da dodici brani originali,
la maggior parte a firma dello stesso Nardozza, per circa un'ora di musica
di ottima fattura. Il leader porta il gruppo ad esprimersi in un linguaggio intenso
e frizzante dove ai dialoghi dei due fiati viene contrapposta la chitarra di
Weijters come elemento di rottura. Supportata da una ben collaudata quanto incisiva
sezione ritmica, la scrittura di Nardozza riesce ad affascinare sia nei momenti
più classici che in quelli più moderni e ritmati. I cinque dimostrano di essere
in splendida forma per l'intera durata del disco con ottimi fraseggi, suoni ricercati
e arrangiamenti sempre vari e singolari, anche se ciò che più colpisce è proprio
l'insieme che riesce con disinvoltura ed eleganza a coinvolgere e rapire l'ascoltatore
in tutte le situazioni, facendo di Rubberduck un piccolo gioiello che dimostra
quanto il quintetto sia una formazione europea di sicuro valore e di cui sentiremo
sicuramente parlare.
Luca Labrini per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 3.045 volte
Data pubblicazione: 04/05/2008
|
|