Prodotto e arrangiato da Giovanni Scasciamacchia Registrato e mixato in Buccino (Sa) allo Zork Digital Planet il 24-25-26 Ottobre 2007
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Giovanni Scasciamacchia
Jazz for Louis
1. Antony, G.Scasciamacchia
2. A sweet Waltz, G.Scasciamacchia
3. For Louis, G.Scasciamacchia
4. Retrato Em Branco e Preto, Antonio Carlos Jobim
5. Love for Sale, Cole Porter
6. Red's Life, G.Scasciamacchia
7. A Beat in Blues, G.Scasciamacchia
8. My Ideal, R.Whiting
Giovanni Scasciamacchia - batteria,arrangiamenti,composizione
Giovanni Amato - tromba e flicorno
Alfonso Deidda - piano
Tommaso Scannapieco - contrabbasso
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Credo proprio che a Louis da lassù sia piaciuto davvero…..questo primo
lavoro autoprodotto dal batterista nonché compositore Giovanni Scasciamacchia
è frizzante, gradevole e ben costruito in tutte le sue sonorità. Persino il lavoro
di missaggio è ben riuscito e tutto questo "made in Italy" convince veramente tanto
ed è sicuramente motivo di orgoglio nazionale. Già perché "Jazz
for Louis" è suonato da musicisti italiani che ormai hanno calcato i
palchi di mezza Europa oltre che essere eccellenze nel panorama italiano. Davvero
profeti in patria! Chi oltremodo non è stato ancora contagiato dall'arte compositiva
e musicale di questi nomi altisonanti, presto conoscerà queste piacevoli realtà
del nostro bel Paese. Saranno famosi, mi piacerebbe affermare ma forse lo sono già
davvero. Bene, allora perché, come è doveroso, non cominciare a fare nomi e cognomi
per ricordare chi veramente c'è dietro queste otto tracce intense?
Ottima musica jazz in meno di cinquanta minuti,
capace di scorrere via con gradevolezza. Per lo più pezzi originali ma anche gli
standard presenti sono di spessore sia nella scelta che nella rilettura. Allora,
oltre al già citato Scasciamacchia a cui rendiamo merito sia per l'eccellente
gusto musicale e compositivo che per aver scelto compagni di viaggio intorno a se
di indubbia fama; nomi come Alfonso Deidda (piano) e Tommaso Scannapieco
(Basso) vi ricordano qualcosa? Non finisce qui però…Apprezzerete la classe indiscussa
di Giovanni Amato (tromba e flicorno), compositore di notevole spessore e
ottimo arrangiatore ed il gioco è fatto. Le collaborazioni da parte di tutti con
i maggiori artisti italiani e stranieri non si contano, così come la presenza ormai
costante ai maggiori festival nazionali ed internazionali e le apparizioni in vari
programmi televisivi, rendono il curriculum dei nostri ancora più ricco ed interessante.
Provenienti da quella parte d'Italia definita da alcuni come la "New Orleans Italiana",
questi musicisti della zona di Salerno, non smentiscono la reputazione di quella
terra che negli ultimi anni sta sfornando artisti di notevole gusto musicale e colti,
dall'approccio musicale cool and easy, verrebbe da dire. Basterà ricordare
le famiglie Deidda e Scannapieco, così ricche di talenti e punti fermi
per tutti gli artisti del prossimo futuro che vorranno apprendere alla perfezione
la storia ed il linguaggio del jazz.
Le prime due tracce del disco sono dedicate al fratello scomparso del
batterista Scasciamacchia. Un dolce ricordo che riporta il compositore a
quelle serate passate insieme al fratello appassionato di fisarmonica. L'omaggio
ad Armstrong a cui è dedicato questo lavoro, è presente già nella terza traccia,
che vede in grande spolvero la tromba di Amato che ripercorre sapientemente
lo stile del padre fondatore del jazz in chiave moderna. Chissà cosa avrebbe pensato
il nostro Satchmo nel sentirsi dedicare questo pezzo? Ma "for
Louis" è l'apertura a due splendide riletture di standard ben noti al
pubblico colto. Il primo di Jobim, dove spicca la sensibilità e la profondità del
piano di Deidda; l'altro di Cole Porter dove lo stile e la tecnica di
Deidda e Scannapieco si uniscono magistralmente con gusto. La mano compositiva
del batterista Scasciamacchia è davvero gradevole in tutte le sue forme.
Persino in "A beat in Blues" si tenta l'impresa,
certo non facile, di convincere tutti coloro che non si sono ancora innamorati della
musica jazz, ad avvicinarsi a questo movimento socio-culturale nato ai primi
del ‘900. Improvvisamente veniamo trasportati dal suono che via via ci conduce all'ultima
traccia ma già siamo pronti a riascoltare nuovamente il tutto senza indugiare un
secondo…..play!
Alessandro Gibelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/04/2008
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