Concerto all'alba del pianista
Romeo Scaccia
"Giara di Siddi" in Sardegna - Domenica 2 agosto
"Romeo nella casa dell'orco"
di Viviana Maxia
Foto Roberto Aymerich
"Sa Domu e s'Orcu" (la Casa dell'Orco) monumento dell'epoca nuragica che
domina l'altipiano di Su Pranu nei pressi di Siddi ha fatto da inconsueta e suggestiva
"quinta teatrale" al concerto, che si è tenuto all'alba di domenica 2 agosto, del
pianista Romeo Scaccia, ormai non più una rivelazione ma una certezza tra
i pianisti italiani.
In un'atmosfera rarefatta dalla nebbia ancora notturna,
Romeo ha suonato il suo pianoforte abbracciato dalla Tomba dei Giganti e illuminato
dal sole nascente che saliva dall'altipiano. Il concerto non poteva non aprirsi
se non con una citazione virtuosistica dal "Il Mattino" del "Peer Gynt"di Grieg,
seguito da alcuni brani, tra i quali una magnifica rivisitazione di Bach
in chiave jazz; alcuni pezzi originali che partono dalla tradizione classica per
mutarsi in suoni di modern jazz, tra cui un'improvvisazione originale costruita
unicamente sulla scala araba (ovvero di sole sette note), dal titolo "Moto ondoso".
Uno splendido blues di Gershwin, un preludio di Debussy non previsto ma in cui l'ispirazione
e le dita hanno seguito l'atmosfera ed ancora un tango "giocato" tra Mozart e
Chick Corea
che ha preso forma in progress, come spesso capita all'artista. L'esecuzione
è proseguita con "Not yet" un brano dello stesso Romeo - una particolarissima rivisitazione
della bellissima "Alleluja" di Jeff Buckley - e "Contast" altro brano originale.
Ancora,
a seguire, un'altra personalissima interpretazione: nel brano "Il calabrone turco",
il pianista ha incastrato e rincorso sui tasti due celeberrimi brani come "II volo
del calabrone" di Rimskji Korsacov e la "Marcia turca" di Mozart, per chiudere con
l'omaggio al luogo e alla tradizione isolana con una versione unica dell'Ave Maria
sarda alternata al ritmo e alle armonie della danza tradizionale isolana.
Il concerto dell'alba del due agosto è il seguito di un'esibizione "corale"
tenutasi la sera prima nella piazza di Siddi, centro del Medio Campidano, in cui
il pianoforte di Romeo Scaccia ha "fuso" i suoi tasti con la musicalità arcaica
e magica delle "pietre sonore", sculture create dallo scultore Pinuccio Sciola,
capace di estrarre dai diversi tipi di pietre diverse armonie, in un esperimento
dal sapore certamente particolare.
Partito da una base classica importante – diplomato al Conservatorio di Cagliari
- Romeo Scaccia si è avvicinato recentemente alla musica jazz, distinguendosi per
il suo virtuosismo tecnico e per sue capacità compositive; caratteristiche che gli
permettono di spaziare tra i diversi generi musicali con originale eclettismo, fondendo
musica classica, jazz, musica tradizionale, rock e molti altri elementi, in composizioni
singolari che gli hanno spalancato la porta al successo in campo nazionale ed internazionale.
Il successo si è concretizzato in collaborazioni prestigiose con artisti del calibro
di Dave Weckl e con Nathan East e,
ancora, Steve Gadd, Abraham Laboriel
ed Andy Snitzer, con i quali sta portando avanti dei progetti importanti, insieme
al altri progetti discografici che lo vedono protagonista e che si svilupperanno
dal mese di settembre.
I
maestri a cui si ispira sono, a suo stesso dire, Philip Glass, Michael Nyman,
Enrico
Pieranunzi, figure di musicisti a tutto tondo che chiamare solo pianisti
è certamente riduttivo. Infatti, sulla falsariga dei maestri, si è cimentato anche
in diverse colonne sonore tra cui spicca un omaggio alla terra sarda. Nato ad Addis
Abeba ma cagliaritano di adozione, nel novembre dello scorso anno ha composto e
presentato al "Marin Center Showcase Theatre" all'interno dell'Italian
Film Festival di San Francisco, la colonna sonora originale de "La
Grazia ritrovata - dal muto al sonoro", film muto di Aldo de Benedetti del 1929
che trae ispirazione da Grazia Deledda (una novella e un libretto d'opera), riproposto
più recentemente a Cagliari in alcune importanti manifestazioni.
Ciò che si percepisce di Romeo Scaccia è principalmente la "passione"
- come pathos - per la musica percepita nella sua totalità e la rara capacita di
trasformare anche i brani più noti in qualcosa di diverso e unico: scomporre e inventare,
come in un continuo gioco di scatole cinesi, i vari stili musicali plasmandoli con
le sue doti tecniche, non senza un filo di ironia che emerge dal modo in cui presenta
i suoi pezzi tra il timido e l'umoristico, con la delicatezza che umanamente lo
contraddistingue
Probabilmente, proprio per queste sue caratteristiche, l'Orco proprietario
della casa in cui ha suonato, si è lasciato ammaliare ed ha aspettato, come tutti
noi presenti al concerto, il sorgere del sole per poi andare a riposare, cullato
dall'affascinante musica di Romeo.
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Data pubblicazione: 05/09/2009
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