Lo spettacolo è in programma per le 16:30, e arrivo
in anticipo per intervistare Marco Gotti, musicista, compositore e
arrangiatore di raro talento e creatività.
Marco Gotti si
è diplomato in clarinetto nel 1985 presso il
Conservatorio di Bergamo. Ha al suo attivo molteplici collaborazioni nel campo
della musica leggera e del jazz, vari LP tra cui due con la New Forties Big
Band in qualità di primo alto ("New Forties Big Band", "Swing
Planet" – City Records).
Inoltre, nel 1992 è uscito con un album a suo nome ("Life
Time"- Duck Records), e suona nella Bergamo Jazz Orchestra diretta da
Giancarlo Gazzani con G. Trovasi, E. Soana, R.
Migliardi. Ha collaborato con Sante Palumbo in varie trasmissioni
televisive per Canale 5, Retequattro, e Tv Svizzera.
Nel campo della
musica leggera ha inciso con Amii Stewart ("Lady to Ladies" – Rti)
e con P. Lion il brano "Happy Children" venduto in tutto il mondo
(oltre quattro milioni di copie). Tra le sue ultime produzioni discografiche
troviamo: CDpM Ensamble "Canzoni in Jazz" con Gianni
Coscia, Claudio
Angeleri, Emilio Soana, Luca Begonia; "Jazz
Travel" (CDpM Lion 124-2) con Paolo Brioschi, Beppe Castelli,
Federico Monti, Stefano Bertoli, Emilio Soana, Sergio
Orlandi; "Pinocchio Play Jazz" (CDpM Lion 133-2) con Giancarlo
Porro, Emilio Soana, G.Battista Piantoni,
Sergio Orlandi, Angelo Rolando, Paolo Brioschi, Marco
Micheli, Vittorio Marinoni, Stefano Bertoli, Cloris
Brosca. E' docente di sassofono, musica d'insieme e improvvisazione jazz
presso il Centro Didattico produzione musica di Bergamo.
Questa originale versione della favola di Collodi verrà presentata
alla Polveriera di Solaro presso la Sede del Consorzio Parco delle
Groane, nell'ambito della seconda edizione di "Sentieri dell'Arte",
Festival organizzato dall'Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura ed
inserito nel programma del Polo Culturale "Insieme Groane", per il
progetto Metropoli della Provincia di Milano. Ottiene quest'anno il patrocinio
del Centro Culturale Francese e la collaborazione del Centre Pompidou di
Parigi.
Entro in una saletta di fianco alla sala in cui si svolgerà il
concerto, ed incontro Marco Gotti assieme ai suoi musicisti.
Pongo subito la prima domanda:
E.S.:
Ultimamente di
"Pinocchio" abbiamo sentito molto parlare, c'è stato Benigni con il suo film, i
Pooh con il loro recente musical…. Ma so che il vostro progetto è nato parecchio
tempo prima, e dunque, se così si può dire, siete stati dei "precursori" in
questo senso…
M.G.: Si, in effetti il
progetto "Pinocchio Play Jazz" è nato nel 1998, quando incontrai il maestro Sergio Parigini
per motivi professionali; egli aveva composto qualche anno prima un poema
sinfonico a carattere descrittivo per questa favola in modo classico per
symphonic band (grande orchestra di soli fiati). Decisi con il suo consenso di
arrangiare le sue composizioni originali, in uno stile che rappresentasse la
sintesi del jazz, folk, latin, classico (io amo ogni genere musicale di
qualità!) componendo anche nuovi temi, dando così vita a questo nuovo progetto
in collaborazione con Bigio L'oster di Altino (Bergamo), mio mecenate e
produttore anche per altri progetti musicali. La prima di questo concerto ebbe
luogo presso il suo locale, e per l'occasione fu allestita una coreografia
fantastica, con statue dei personaggi principali di Enrico Prometti. Ed è
da cinque anni che presentiamo questo progetto, per un totale di circa una
trentina di concerti tra cui quello al Conservatorio Cantelli di
Novara.
E.S.: So che oltre a
questo progetto, ne hai anche altri che avete portato in scena dal mese di
gennaio 2003 al mese di maggio 2003 presso il Teatro delle Erbe, a Milano
durante la rassegna "Monday Jazzy Nights", ed in molti altri
luoghi.
M.G.: Abbiamo vari progetti: "Giuseppe Verdi
Play Jazz", ovvero le più famose arie verdiane presentate in una nuova
dimensione jazzistica. Infatti siamo stati invitati una seconda volta a suonare
alla rassegna "Jazz Sotto le Stelle" - Estate Novarese, organizzata dal
docente di musica da camera e Presidente dell'"Orchestra Carlo Coccia" Roberto
Politi, a testimonianza del fatto che non esiste più un distacco netto tra
musica classica e musica jazz. Poi c'è il progetto "Beatles Play Jazz" in
cui la forza comunicativa della musica dei Beatles è stata rielaborata per big
band con uno stile diverso per ogni tema, "Gli Arcani Maggiori Play Jazz"
in cui vengono contemplati i 22 arcani maggiori, con una composizione per ogni
arcano. Musiche e arrangiamenti sono miei e di Giovanni Fugazza, e le
composizioni affondano le loro radici nella musica colta, nella musica
balcanica, nel jazz europeo ed americano. Proseguendo con i nostri progetti
abbiamo "Canzoni in Jazz" che è una riproposizione in chiave jazzistica
di brani classici scritti da autori di musica leggera italiana (Paoli, Tenco,
Battisti, ecc) e di artisti giunti al successo negli ultimi anni (Giorgia, Vasco
Rossi, 883, ecc.. "Jazz Travel" è un progetto che si articola sotto la
forma della "suite": nove composizioni, ognuna delle quali prende il nome di una
città dello stato di cui si vuole evocare, nell'ascoltatore, il background
culturale. Abbiamo poi "Louis Life Crossing", con gli indimenticabili
temi del grande Louis Armstrong, interpretati da Emilio Soana, tromba
solista, e rielaborati in forma personale per grande orchestra. Infine abbiamo
il progetto "Duke Ellington Story" in cui le versioni dei brani proposti
sono sia originali Ellingtonianie che di arrangiatori americani, oltre che mie.
A breve presenteremo due progetti: "Le altre lune" (i satelliti dei
pianeti), che vedrà la sua prima presso Bigio l'oster il 31 ottobre e il 1
novembre prossimi, e "Demi sacre" nelle quali Fugazza ed io abbiamo
rielaborato famosi brani di musica sacra (Bach, Handel, Mozart, Beethoven…)
sempre in chiave jazz. Tutti questi progetti sono orchestrati per formazioni
diverse, dagli otto ai sedici elementi, e ruotano, nelle varie formazioni circa
trenta musicisti fra i più quotati jazzisti italiani.
Recensione di PINOCCHIO PLAY JAZZ
Mi accomodo nella
luminosissima sala in cui sta per esserci raccontata una favola musicale. Ampie
vetrate ci mostrano tutto il verde del Parco delle Groane che si estende attorno
all'edificio. I posti sono già tutti occupati, e oltre agli adulti, ci sono
decine e decine di bambini corredati di coloratissime orecchie da "ciuchino"
seduti davanti alla prima fila e lungo il passaggio centrale.
Dopo la presentazione del Sindaco Dr. Erminia Zoppé e di
Carlo Dones del Consorzio Parco delle Groane, entrano il
Direttore/Arrangiatore sax tenore e clarinetto Marco Gotti, la voce
recitante, Pongo, ed i musicisti:
Giancarlo
Porro (sax baritono e alto)
Gianbattista Piantoni (Flauto
e ottavino)
Umberto Marcandalli (tromba)
Sergio Orlandi
(tromba)
Angelo Rolando (trombone e bombardino)
Vittorio
Marinoni (batteria)
Giovanni Fugazza (pianoforte)
Alfredo
Savoldelli (contrabbasso)
E…. inizia la fiaba. Pongo, la voce recitante, sa come affascinare
un pubblico sia di adulti che di piccini, ed è lui che ci guida lungo tutto
questo percorso musicale fino alla fine. La narrazione è intervallata dalla
musica, che di volta in volta si esprime in temi che caratterizzano i personaggi
principali con spazi solistici e invenzioni continue che interagiscono con la
storia.
I musicisti sono per la maggior parte multistrumentisti di altissimo
livello. Infatti possiamo notare che quasi tutti i fiati hanno accanto a sé un
secondo strumento da suonare nei diversi temi.
Bellissimi i soli, che a volte sono proprio lasciati soli, senza
nemmeno un po' di ritmica, liberi fino alla nota di chiusura del tema in cui
viene a crearsi un accordo con gli altri strumenti.
Grande professionalità e precisione dell'orchestra, e avvincente la
narrazione di Pongo. Noto che i bambini in prima fila sono molto attenti e
ascoltano concentrati, e penso che sia una gran cosa potere entrare in contatto
con le sonorità del jazz fin da piccoli.
Un bellissimo concerto, che vale la pena di ascoltare e di
riascoltare. E avendo anche ascoltato "Beatles Play Jazz" e "Gli
Arcani Maggiori" (un concerto veramente magico! Non avrei parole per
descriverlo. E' un'esperienza da fare!) posso consigliarvi, se ancora non avete
avuto modo di conoscere Marco Gotti ed il suo ensemble, di farlo. Non ve ne
pentirete!