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Patrick Bebey & European Music Project
Cripta di San Domenico, Cagliari, 29/11/2006
di Enzo Saba



Per la XXV edizione del Festival Spaziomusica, nella stupenda cripta di San Domenico, si è esibito Patrick Bebey insieme all'European Music Project. Il musicista parigino utilizza gli strumenti della propria tradizione africana –sanza e ndewoo- accanto a quelli tradizionali, operando una fusione tra la cultura musicale occidentale, che ha studiato e amato, e la musica della sua gente.

Il primo brano proposto si intitola Timba, che nella sua lingua madre, il douala, significa "ritornare". Per la stesura di questo brano, Bebey è stato ispirato da un'esperienza reale, il ritorno alla vita di un caro amico dopo una delicata operazione al cuore. In questa composizione l'artista afro-parigino, accompagnato dall'European Music Project, "canta" con il ndewhoo, il flauto pigmeo utilizzato dalla sua gente, il ritorno alla vita dell'amico.

Il secondo pezzo è Essok'am (My Secret), in douala "il mio segreto", è il segreto di un uomo che conserva nel suo cuore, in silenzio, l'amore per la sua donna, costretta dai genitori ad un matrimonio combinato nella sua città d'origine, Bonendalé. In questo pezzo Bebey utilizza la sanza, un lamellofono originario della sua terra, e spiega che questa sorta di pianoforte africano è costituito da una cassa di risonanza, che rappresenta la terra, e da diverse lamine di metallo che, a seconda della grandezza, rappresentano la famiglia, nonni genitori e figli, e suonandolo lui li fa dialogare. Essok'am è un dolcissimo canto all'amore, l'amore che và al di là del destino, l'amore che supera la sofferenza e le distanze. Ma non solo. In Essok'am Bebey canta anche l'amore familiare e quello universale, amore come linguaggio senza confini. Essok'am è un brano intriso di speranza e la voce di Bebey stuzzica e placa il cuore degli ascoltatori, che rimangono ammaliati dal suono della sanza.

L'ultimo brano è Sanza Tristesse (con il gioco di parole sanza-strumento e sanza-sans in francese senza), una melodia melanconica affidata al vento, affinché giunga al padre scomparso (il grande musicista Francis Bebey). In questo componimento Bebey canta, accompagnato dalla sanza e dall'European Music Project, il dolore per la mancanza dell'unica persona che vorrebbe rivedere, anche per un solo giorno, al suo fianco. E' un canto triste per il dolore, causato dall'assenza, ma nel contempo un canto di ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti. La magia di questo pezzo esplode interamente chiudendo gli occhi, a quel punto sembra di essere immersi nella foresta africana, circondati da mille occhi che scrutano nascosti nel fitto fogliame. La voce di Bebey risuona dolce e profonda nella cripta accompagnata dalla sanza con il suo suono tribale.

Bebey ha regalato una serata di grande musica, riuscendo ad amalgamare le suggestioni della musica africana con il linguaggio europeo, esplorando la diversità senza perdere la coscienza della propria origine, combinando diversi linguaggi musicali accomunati dalla consapevolezza che il messaggio musicale non può essere distinto dalla vita vissuta.













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Data pubblicazione: 04/02/2007

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