Harold Danko pianosolo 28 agosto 2014 - Museo Etnografico di Alessandria
di Andrea Gaggero
click sulle foto per ingrandire
Harold Danko (p), ospiti Gigi Di Gregorio (ts), Felice Reggio (flic)
Appuntamento numero zero per il Jazz Club di Alessandria. Fondato
diversi anni fa, poi sopitosi, necessitante oggi di forze e idee fresche riprende
il suo cammino grazie alla nuova direzione artistica di Giorgio Penotti.
Questi è insegnante, sassofonista (e flautista) compositore e soprattutto animatore
appassionato e infaticabile del jazz nel capoluogo di provincia. L'Alessandria Jazz
Club riapre così i battenti facendosi ospitare dal bel museo Etnografico nella centrale
piazza della Gambarina.
L'apertura è affidata a uno di quei
musicisti noti agli appassionati per le frequentazioni illustri ma, come diversi
altri, forse per tale motivo non sufficientemente stimato e valutato.
Chet Baker
e
Lee Konitz sono i primi due, celeberrimi, nomi che salgono alla mente
in connessione con il nome di Harold Danko. Con il primo ha suonato in diverse
occasioni a distanza di anni lo troviamo così a Roma a metà anni Settanta in un
disco pubblicato dalla Moon Records, l'anno seguente con Ron Carter e Mel Lewis
e un decennio dopo nelle tournée europee di Baker. Ancor più assidua e regolare
la presenza di Danko al fianco di Konitz nel cui quartetto ha avuto un ruolo non
secondario contribuendo al repertorio con diverse composizioni proprie. Rimane d'obbligo
citare ancora la partecipazione almeno alla Thad Jones/Mel Lewis big band con la
sezione ritmica della quale inciderà un album pregevole. E pressoché tutto di composizioni
originali sarà il concerto per piano solo in questione.
Ad aprire When She Smiles/Let's Start Again eseguite senza
soluzione di continuità, sono due temi delicati, ariosi ed orecchiabili senza essere
banali. Da subito emerge la grande abilità nel voicing e di fine armonizzatore messe
a punto nei gruppi citati e a seguito di un attento, non superficiale, ascolto di
Bill Evans
e Bud Powell.
E proprio di quest'ultimo Danko è grande estimatore e per alcuni tratti felice continuatore.
Nello Spinning Waltz è imprescindibile la lezione di Evans ma originalmente
fusa con frammenti di minimalismo e di musiche classiche americane. A Powell (e
Shorter e Tyner) Danko dedica poi un brano tripartito. Uno dei punti più sentiti
del concerto l'apertura del brano dedicato a Powell con la ricostruzione di aperture
e frammenti di brani solistici resi con il corretto drive e l'urgenza espressiva
tipica di Powell del quale Danko possiede la solidità alla mano sinistra e lo swing
possente. Nella dedica a Tyner ne replica, senza imitarlo il pianismo modale, robusto.
Il pianismo di Danko non è fluido e agile, e neanche leggero, perlomeno non nella
dimensione solistica, invece quasi in ogni istante sono presenti il peso e la fatica
dello strumento quale animale da domare più che fidato compagno. A seguire Mirth
Song, deliziosa composizione giovanile, raramente eseguita e sospesa delicatamente
tra musica di tradizione euro colta e jazz; qui all'alternanza e al percorso ritimico-melodico
variato e sinuoso si aggiunge l'abile uso della cordiera del pianoforte. Nel corso
del concerto la musica si fa più fluida, a tratti colloquiale e nel successivo
Waiting Time dopo una cadenza introduttiva e il tema nascosto da una ricca
armonizzazione emerge il debito nei confronti di Evans. In Danko troviamo però uno
swing e un drive possenti presenti nel primo Evans maggiormente debitore della lezione
powelliana e poi totalmente abbandonati.
In conclusione di serata al piano si affianca il tenore di
Gigi Di Gregorio, dalla buona articolazione e dal suono opaco, per un altro
tema originale quel Tidal Breeze prontamente inciso da Baker. Ai due
si aggiunge infine il flicorno di Felice Reggio, musicista nostrano fin troppo
misconosciuto. All The Things Your Are e Autumn Leaves sono i brani eseguiti
dall'inconsueto trio. Impossibile non sottolineare qui come il pianismo di Danko
rifulga assai più in una situazione di collaborazione e di accompagnamento, la sua
capacità di ascolto e di continuo stimolo ritmico-armonico per i solisti è peculiarità
di questa musica e di alcuni preziosissimi musicisti.