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Larry Goldings trio e Billy Preston:
due concerti memorabili vissuti direttamente a Los Angeles
di Alberto Marsico

Sono tornato profondamente cambiato da Los Angeles, dove mi sono recato a settembre con Giò Rossi per incidere due dischi con il chitarrista Alex Schultz. Oltre al fatto di aver avuto la possibilità di incidere con numerosi musicisti di alto livello tra i quali Larry Taylor (contrabbassista di Tom Waits, John Lee Hooker, Canned Heat e John Hammond jr., tra gli altri) ho assistito nell'arco di dodici ore ai concerti di due dei miei organisti preferiti, Larry GOLDINGS e Billy PRESTON, evento sicuramente non da poco...

Il Larry Goldings Trio si è esibito alla Jazz Bakery, un bellissimo e rinomato jazz club di Santa Monica situato all'interno di una vecchia fabbrica in cui si produceva pane.
La sala da concerto, piccola e molto intima (100 posti a sedere) è dotata di un'acustica perfetta ed ascoltare questi tre musicisti è stato fantastico.
Il trio di Goldings era quello solito, con Peter Bernstein alla chitarra e Bill Stewart alla batteria.
Non ho parole per descrivere l'interplay che i tre musicisti hanno raggiunto ormai da anni...
Innanzitutto non è un trio in cui l'organista assume il comando delle operazioni e lascia poco spazio ai suoi colleghi: ognuno dei tre ha moltissimo spazio in cui operare, a livello solistico e di accompagnamento. Inoltre è assolutamente straordinario come Bernstein e Goldings suonino una quantità enorme di accordi, riffs e patterns ritmici senza mai minimamente ostacolarsi, anzi mirabilmente integrandosi in un discorso sonoro complesso e variopinto.
Sono talmente perfetti che, ad un ascolto distratto, quello che suonano sembra così semplice…

Goldings comunque mi ha stupito anche dal punto di vista timbrico: ad un certo punto ha eseguito una introduzione a quella che poi ho scoperto essere
There is No Greater Love usando un registro molto affascinante (080808080), che grazie all'evidenza data alle armoniche corrispondenti al ,ed 8° drawbar gli permetteva di dare un suono misterioso ricco di sfumature a dei semplici bicordi suonati nella parte bassa del manuale inferiore.
Goldings aveva inoltre scollegato gli spinotti dei due motori sul preamplificatore del Leslie in modo da passare dalla posizione di STOP direttamente a quella di FAST. Goldings non ha mai usato il Leslie sulla posizione SLOW.

Alla fine del concerto ho scambiato due chiacchiere con Larry, dicendogli che il mattino dopo sarei andato a sentire Billy Preston esibirsi come tutte le domeniche alla funzione delle undici nella chiesa battista della sorella nel quartiere di Watts.
Larry era incredulo…Mi ha detto che Billy Preston è il suo organista preferito per il suo modo, unico, di dominare completamente l'Hammond dal punto di vista timbrico (dal punto di vista del fraseggio jazzistico i suoi modelli sono ovviamente altri, Larry Young in testa), e sapere che avrebbe suonato in una chiesa battista lo ha riempito di gioia, anche perché sarebbe andato a sentirlo una domenica o l'altra, visto che Goldings ora vive a Los Angeles con la moglie, dopo essersi trasferito da New York.

La mattina dopo, in compagnia di Giò Rossi per la prima volta nella vita mi sono recato in una chiesa battista. E' assai interessante vedere come nel mezzo dei quartieri a maggioranza di popolazione di colore, non certo ricchi e ordinati come i più blasonati Beverly Hills e Hollywood, le chiese battiste assurgano ad un ruolo di fulcro della vita sociale.
Anche se il quartiere è dei più malfamati nei dintorni della chiesa non esiste delinquenza, proprio per il rispetto che tutti portano all'istituzione stessa della chiesa battista.
Entrando in chiesa sono rimasto impressionato dall'organizzazione a livello tecnico-sonoro...ad inondarci di watts c'era un grande PA system: sul lato destro dell'altare un batterista, un bassista, un chitarrista e un sassofonista suonavano dietro un'enorme pannello vetrato che come nei concerti rock più "tecnologici" li isolava acusticamente dalla platea (un termine che a questo punto mi sembra appropriato usare).
Il loro suono veniva poi pilotato dal mixer (a 24 canali con un'effettistica completissima) a due enormi diffusori posti ai due lati dell'altare. In centro il coro, un pianoforte a coda (suonato dalla sorella di Billy Preston), ed un Hammond suonato dal Nostro.
Non male, trattandosi di una chiesa...

Preston, oltre ad accompagnare il coro in brani gospel molto noti (ho riconosciuto
How I Got Over e This Little Light of Mine), ha punteggiato con numerosissimi commenti sonori tutto l'accorato e spettacolare sermone...L'atmosfera era molto intensa, (anche perchè era appena successo l'attentato alle Twin Towers) e Preston ha commentato in maniera drammatica e appropriata le parole del reverendo, usando l'Hammond e il Leslie in maniera come al solito spregiudicata e muovendosi con la consueta maestria tra i drawbars.

Una volta di più ha dimostrato come questo strumento sia tra i più completi dal punto di vista sonoro, se come lui non ci si affida sempre ai soliti presets ma si cerca di usare l'Hammond come una infinita fonte di variazioni sonore, e non come un enorme e scomodo tastierone dotato di qualche preset.
Un pò ingombrante come expander, no?

Esperienze di questo tipo si possono solo avere negli Stati Uniti, e possono influenzare in modo deciso il tuo modo di suonare, se non ci si fa prendere dalla depressione e dalla voglia di smettere di suonare (cosa che può capitare dopo aver sentito due esibizioni del genere a distanza di dodici ore).

Per quanto mi riguarda ho certamente imparato moltissime cose, che cercherò di comunicare a voi nelle prossime lezioni, cominciando da qualche giro di basso...

A presto!
 


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Data pubblicazione: 19/01/2002





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