Todd Barkan, Tony
Lombardozzi, Giacomo Gates, Earl May
Photo courtesy of Roberta Zlokower
Giacomo Gates voce
Earl May contrabbasso
Tony Lombardozzi chitarra
Lo scat non è mai sembrato così bello. Con il sapiente Earl May
al contrabbasso e
Tony Lombardozzi alla chitarra creativa,
Giacomo Gates ha illuminato il
Dizzy's Club Coca-Cola
che programmava una serata pizzazz (pizza & jazz). Giacomo condisce i
suoi brani con aneddoti personali e barzellette affascinanti che attirano
l'audience in un'atmosfera calda e silenziosa. Uno dei primi brani, senza mai
pronunciare la parola "love", è bluesy e pieno dell'infinito e saggio
contrabbasso di Earl. Lady Be Good, con una
voce intensa e vocalese di parole attorcigliate per narrare senza fiato
una storia in una sola battuta! Tale fantasiosa improvvisazione è rara e da sola
vale l'essere stati qui.
Jeanine, uno swing veloce,
ha visto il rapido fraseggio alla chitarra di Tony e un notevole scat. Blue Skies
e In Walked Monk sono
state unite insieme con facilità e con accattivanti arrangiamenti nei testi.
Infatti, la lirica ispirata è una qualità che si può trovare in tutti i brani di Giacomo,
con l'aggiunta di riferimenti jazz della tradizione. Simulando un contrabbasso
con la voce, cita Dizzy Gillespie e Max Roach in un aneddoto,
introducendo così i brani successivi. I Cover the Waterfront
e I Just Got Back in Town
vengono cantate in modo romantico, con eleganti contrappunti alla chitarra e con
un attraente ritornello su Parigi.
Let's Cool One, degli anni
'40, ha preceduto Stolen Moments
su cui Giacomo ha creato una magica fantasia di espansione della mente. It's Over Now,
con un lento, melanconico solo strumentale, vede ora Giacomo simulare con la
voce una batteria per poi tornare nuovamente cantante.
I prossimi eventi del
Dizzy's Club Coca-Cola
sono presenti sul
sito.
Dizzy's Club
Coca-Cola
Time/Warner Center
Broadway at 60th Street
NY, NY
212.258.9595
Todd Barkan, Host
I
criteri per definire il canto jazz probabilmente saranno
discussi per il resto del tempo. Ma indipendentemente da quale
parte si sia, non c'è alcun dubbio sul fatto che Giacomo Gates è
un autentico jazz vocalist. Saldamente ancorato alla tradizione
degli improvvisatori vocali originali da
Louis Armstrong e Ella Fitzgerald fino
alle loro moderne controparti come Betty Carter e Leon Thomas,
l'approccio di Giacomo deriva principalmente dai maestri delle
radici bebop come Jon Hendricks, Babs Gonzales, King Pleasure
e, soprattutto, Eddie Jefferson. Come coloro che lo
hanno influenzato, Gates ha forgiato un proprio unico percorso.
Nelle sue parole, "In questo tipo di musica, conta
l'intenzione, l'onestà e cosa arriva attraverso la tua voce -
l'esperienza della vita." Senza domande, l'esperienza di
vita di Giacomo non è uguale a quella di qualunque altro artista
jazz. Benedetto da una melliflua voce, straordinaria precisione
ritmica e un infallibile senso della liricità, totale controllo
della linguaggio, creatività senza limiti e passione esuberante
lo distinguono da qualunqe altro vocalist presente. Tuttavia,
non si ha mai esposto il suo talento al grande pubblico fino al
1990, all'età di 40 anni.
Prima di ciò, Gates gestiva la sua vita attraverso un duro
lavoro operaio. Dopo anni guidando qualsiasi cosa, dagli Scuola
Bus ai Tir a 18 gomme per trasporto di animali, Giacomo è
partito dal deserto dell'Alaska nel 1975,
lavorando per 14 years e facendo di tutto, incluso tre anni
sulle condutture petrolifere dell'Alaska. Costruire strade,
guidare buldozer, piantare chiodi per costruire le rotaie in
aree vuote e desolate con nessuna guida di direzione al di là di
un compasso e del cielo, hanno fornito a Gates la forza e lo
stimolo a sviluppare la sua espressione artistica interiore.
"Due cose mi hanno sempre distrutto lì," racconta Giacomo su queste
esperienze, "sentirsi insignificante e sentirsi molto vivo."
Con un grande rischio per la vita e sottoposto a tutti i rischi
derivanti dall'essere disorientati geograficamente, dagli
incidenti con pesanti macchinari, dalla fame degli orsi polari, Gates
si è confrontato con viste, suoni e esperienze che hanno avuto
un profondo effetto sul suo essere e sulla sua arte.
Sebbene sia stato sempre esposto alla musica sin da bambino,
cantando e suonando la chitarra durante la sua adolescenza, non
c'è stata mai una vera opportunità di esibirsi in Alaska fino
agli ultimi anni trascorsi lì. Cercando modi per crescere nel
suo ambito professionale legato al mondo della costruzione, Gates
occasionalmente lascò l'Alaska per spendere del tempo in posti
come lo stato di Washington, il Tucson, l'Arizona lavorando a
nuovi progetti e imparando l'uso di nuovi strumenti da lavoro.
In quegli ambienti più civilizzati, se esibiva ogni volta che
era possibile, partecipando ad una varietà di attività musicali.
Così fino alla fine degli anni '80, ha avuto molte opportunità
anche a Fairbanks, in Alaska, dove occasionalmente era impiegato
come buttafuori nei club locali. Dopo vari incoraggiamenti da
parte di coloro che andavano lì per esibirsi, Giacomo decise di
tornare nel suo nativo Connecticut e dedicare il massimo della
sua attenzione alla musica.
Come i suoi mentori, Gates a volte ha tradotto grandi soli
strumentali in Vocalese, incluso lavori di Lee Morgan, Chet Baker,
Gene Ammons, Charlie Rouse e molti altri, oltre a
scrivere le parole per molte composizioni jazz. Citando le sue
influenze, Giacomo dice che "Alcuni dei miei cantanti
preferiti sono Dexter Gordon, Ben Webster e Lester Young.
Essi cantavano attraverso il loro strumento. Se non era cantare,
non so cos'altro potesse essere!"
Con questa prospettiva, Giacomo a volte vocalizza simulando uno
strumento - trombone, flauto, contrabbasso e anche batteria. Non
è un modo per attrarre, non è una trovata strumentale bensì è un
qualcosa che viene effettuato rispettnado sempre il contesto
della musica. Fu sviluppato inizialmente durante il lavoro
effettuato con un duo stabile insieme ad un pianista nel Connecticut
con cui Giacomo, per supportare il piano, improvvisava le
linee di basso e il suono della batteria. Invitato sul
palcoscenico da Jon Hendricks durante una performance del
1995, Gates cantò simulando
una batteria sulle linee di basso eseguite da Hendricks in
accompagnamento al pianista. Dopo ciò, lo strumento simulato con
la voce è diventato un momento classico nei suoi concerti.
Sebbene Gates e Jon Hendricks si siano esibiti insieme
per due volte, non è acnora capitato di fare qualcosa insieme.
Tuttavia, nel giugno 2004 Giacomo
e Andy Bey hanno sostituito Jon e Kevin Mahogany in
Europa, esibendosi con Mark Murphy
e Kurt Elling,
gli altri due membri del gruppo vocale The Four Brothers. Giacomo
si è anche esibito con musicisti come Lou Donaldson, Freddie Hubbard,
Richie Cole, Randy Brecker, Jon Faddis e Hilton Ruiz.
Ma il suo princiaple obiettivo è stato esibirsi conn i suoi
gruppi, che lo hanno protato in giro per tutti gli Stati Uniti e
nel mondo.
Ha suonato nei principali club americani come, il Birdland di
New York, Five Spot e Jazz Standard, lo Zanzibar Blue di Philadelphia,
il Blues Alley in D.C. e lo Snug Harbor di New Orleans; si è
esibito in numerosi festival come Detroit/Montreux, Telluride, Caramoor, Sedona, Clearwater, Fairbanks Summer Arts, ecc.;
inoltre si è esibito in moltissime universià, associazioni jazz
aumentando la sua popolarità dimostrata dalle svariate volte in
cui si esibisce in questi luoghi. E' anche stato in Europa e due
volte in Australia.
Ha inciso tre CD, di cui l'ultimo, Centerpiece per la Origin Records
ha ricevuto entusiaste recensioni ed è stato trasmesso in oltre 300
radio, rimanendo per più di 3 mesi nelle classifiche Jazz Week
dei top 20.
Profondamente impegnato nella didattica, Giacomo insegna
regolarmente presso al Wesleyan University, l'Hartford Conservatory of Music
e la New Haven's Neighborhood Music School. Inoltre ha
tenuto workshops e seminari in numerosi centri didattici in
tutti gli Stati Uniti.
Come tutti gli artisti jazz impegnati, Giacomo Gates è uno
studente della grande musica jazz della tradizione. Noto per la
sua interazione con l'audience, ogni concerto diventa una
lezione di storia del jazz. Con più di 100 performance live nel
2004 e una programmazione del 2005 che supererà il 2004, la pura gioia,
l'esuberanza, lo spirito e l'illimitata creatività rendono Giaocmo uno dei
più avvincenti artisti di jazz.
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Data pubblicazione: 11/06/2005
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