Circus Jazz Quartet
Jazz Club Alessandria Hotel Ristorante Alli Due Buoi Rossi (Al) giovedì 21 gennaio 2016 ore 21:00
click sulle foto per ingrandire
Massimo Tempia -
hammond
Fabio Buonarota - tromba, flicorno
Walter Calafiore - sassofono contralto e soprano
Tommaso Bradascio - batteria
Riparte, dopo la pausa festiva, la seconda stagione di Red
Note, rassegna concertisticaorganizzata dal Jazz Club di Alessandria
insieme allo storico Hotel-Ristorante Alli Due Buoi Rossi. La prima data
del 2016 è per il Circus Jazz Quartet, formazione di recente costituzione
che allinea quattro solidi musicisti di diversa età ed esperienza: tutti di estrazione
jazzistica con una front line (tromba-contralto) più giovane e una sezione ritmica
hammond-batteria formata da due musicisti di solida esperienza.
Fin dal primo brano le coordinate musicali
e i riferimenti storici del quartetto sono evidenti e scopertamente dichiarate:
il jazz che ascolteremo sarà saldamente radicato (e grandemente debitore) della
tradizione nera sviluppatasi tra gli anni '50 e ‘60. Il primo brano ostenta un classico
tema hard-bop con forti inflessioni blues, un semplice tema riff, e lo scarto dinamico
tra chorus e bridge. Altro tema-riff, semplice e piano con un solo all'hammond pertinente
e sentito ricco di swing e blues feeling. Seguono soli spettacolari con fours in
chiusa. Sephora è la delicata ballad a firma Lee Morgan resa con giusta soupless
e concentrazione da Buonarota, qui al flicorno. Il bellissimo, forse ineseguibile,
tema di Joy Spring, dovuto alla felicissima penna di Clifford Brown, è reso
in maniera piuttosto letterale dai fiati; la pulsazione ritmica sottostante è invece
totalmente ripensata con un ritmo funk-rock scandito alternato ad un raddoppio del
4/4 sui piatti così da far apparire il tema a tempo dimezzato. La rielaborazione,
seppur arguta e divertente, nulla aggiunge alla bellezza del tema, anzi; ma quello
che qui appare improbo è il confronto tra la tromba di Bonora e l'assolo storico
di Brown. Forse anche schiacciato dal peso di tale modello, Bonora pare qui meno
concentrato che altrove e si produce in un assolo dimenticabile. Bradascio, ricordandosi
invece della lezione di Max Roach, ci regala un solo "anti-spettacolare" e di grande
attenzione ai colori e alle dinamiche dei singoli elementi del drum-set. Ancora
un tema hard-boppistico, swingante e a tempo rapido; un killer-diller che permette
a Calafiore di confermare e le sue doti di solista consequenziale e coerente, dotato
di un solido swing e con un bel suono, pastoso e rotondo all'alto. A suo totale
agio anche Bonora e una menzione speciale all'hammond di Tempia che compensa pienamente
l'assenza del contrabbasso, vero motore di un combo jazz, per prodursi poi in un
bell'assolo swingante, divertito e divertente. Prima della chiusa i fiati rimangono
soli a duettare, al rientro della ritmica la musica esplode dinamicamente con un
effetto assai riuscito. A variare sapientemente il clima un'altra ballad per il
flicorno di Bonora, ancora soul jazz e poi una versione dell'ellingtoniano Perdido
giocata sull'alternanza tra una scansione del tempo con feel da rock e il classico
4/4 swing. Il pubblico, plaudente e divertio, richiede il classico Stardust
prontamente eseguito dall'alto di Calafiore. Poi sugli accordi del gershwiniano
I Got Rhythm, giro armonico conosciutissimo e particolarmente apprezzato
tanto da essere abusato, Calafiore si produce in un solo swingante, infarcito di
citazioni da altri brani secondo una prassi tipicamente boppistica. Ulteriore brano,
questa volta un originale di Max Tempia, a chiudere una serata assai apprezzata
dal pubblico presente.