Uno show eccellente di
Martinho da Vila lontano da Rio de Janeiro ma nella città più nera del Brasile, Salvador de Bahia, terra affascinante di
candomblè e di mulatte.
E Martinho sembra a suo agio nella città del Pelourinho, perchè le radici della musica nera afrobrasiliana sono le stesse, Rio o Bahia.
E lo stile di Martinho è rinnovato, rivolto al mercato internazionale, anche se suscita l'eccitazione del pubblico quando canta il
samba de raiz.
Alla veneranda età di 67 anni
Martinho ha un'energia e un entusiasmo che pochi giovani hanno;
Martinho comunica un'allegria di vivere che supera il concetto di età come noi lo conosciamo.
Il suo ultimo CD, Brasilatinidade, sembra indirizzato ad un pubblico europeo, prova ne siano le canzoni internazionali inserite che costituiscono il cuore dello show.
Martinho ha avuto un grande successo all'Olympia di Parigi e in Portogallo e sembra intenzionato a sfruttare questo momento propizio per divulgare ancora di più in Europa la sua musica.
E in effetti la teatralità dello show è anche rappresentata dal fatto che
Martinho, seduto su una panca con un tavolo e un liquore a lato, beve all'inizio dello show come si fa fuori
in un classico botequim carioca o un bar francese in puro stile bohemienne. E una grande e inevitabile nostalgia del tempo che fu, quando lo stile boemio dominava il mondo non ancora totalmente "capitalista", invade la sala e un calore umano riscalda l'ambiente ed eccita il pubblico.
E sicuramente questo ambiente "autentico" permea la canzone Disritmia: la voce calda canta, con saudade, il ritorno dalla sbornia del bohemio, pieno di
cachaça, che chiede alla sua donna di stare dal suo lato, in stile uomo "autentico". E il pubblico, predominantemente femminile, canta in coro la canzone di
Martinho.
L'inizio dello show è un omaggio alla scuola di samba del cuore, Vila Isabel, che è anche un'area di Rio dove
Martinho vive.
Dopo Disritmia, l'ambiente si riscalda ancora di più con Que quiser meu amor jamais e tocca l'apice
con Divagar divagarinho (molto lentamente). Questa è una canzone in cui
Martinho duetta un po' in francese con il batterista e danza con una lentezza che riproduce ancora di più l'ambiente bohemio dove i passi sono lenti, l'aria è calda, la cachaça scorre nelle vene e le mulatte strizzano l'occhiolino con desiderio.
Dopo Martinho si riposa un po' e si alternano i membri del suo gruppo in canzoni solo.
Quando Martinho ritorna canta un fado portoghese e poi, in un crescendo, canzoni
come Esta gostoso, està delicia, Suco de maracuja, piena di doppi sensi sensuali.
L'ambiente è un forno, l'eccitazione del pubblico è al massimo, le donne cantano le canzoni danzando e ondeggiando.
E' veramente uno spettacolo nello spettacolo.
Martinho canta Quando a onda passar, in riferimento alla situazione critica di Rio de Janeiro, e dedica nuovamente a Vila Isabella un'altra canzone. Vou embora (vado via) chiude lo show.
Il pubblico ulula una richiesta di bis e
Martinho non si fa pregare: un classico Aquarela, Mulheres (un inno alle molte donne che
Martinho ha avuto nella
vita) e chiude con Madalena.
E' una bolgia infernale, il pubblico canta, balla e danza, le luci basse favoriscono l'atmosfera magica di Bahia dove un miscuglio di un cantante di altri tempi, un pubblico pieno di donne esaltate e uomini con un irrefrenabile desiderio di vivere una bohemia che mai più tornerà lascia un calore umano che pochi cantanti possono vantare di lasciare nel pubblico.