Chick Corea e Bela Fleck Sant'Elpidio Jazz Festival - XVIII Edizione
14 luglio 2017
di Viviana Falcioni
foto di
Andrea Feliziani
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Il Sant'Elpidio Jazz Festival, arrivato alla diciottesima edizione,
si propone quest'anno con un cartellone di tutto rispetto. L'apertura della kermesse
è affidata ad un duo affiatatissimo:
Chick Corea
e Bela Fleck.
Musicisti leggendari, due strumenti che sembrerebbero
evocare diverse tendenze e storie musicali e che invece hanno un'impronta importante
nelle radici del jazz. Mentre il pianoforte è strumento incontrastato nel jazz,
il banjo viene spesso relegato in ambiti più folk come country e bluegrass ma basti
pensare a Eddie Peabody, il più grande suonatore di banjo a quattro corde attivo
negli anni '20 -'30, per capire invece l'importante ruolo nel jazz classico di questo
magnifico ‘'cordofono'', per altro di origini africane.
Insomma, un sodalizio musicale il loro che inizia nel lontano 2006, un'avventura
che li vedrà solcare importanti palcoscenici, i Grammy Awards ricevuti e dischi
venduti, richiamando platee sterminate e pubblico eterogeneo, lasciando tracce di
autentica umanità.
Ed eccoli arrivare sul palco della bellissima piazza Matteotti, nell'affascinante
borgo medioevale di Sant'Elpidio a Mare affollata già di spettatori in attesa dell'inizio
concerto. E mentre Alessandro Andolfi, presidente dell'associazione SyntoniaJazz,
nonché direttore artistico del Festival, è intento a parlare, ecco un boato dal
pubblico. Ad entrare alla chetichella è Armando Anthony "Chick" Corea intento a
fare, com'è ormai sua consuetudine, foto al pubblico con uno smartphone. La simpatia
e la giovialità del duo sarà sempre presente durante il concerto.
E' Bela Fleck a introdurre in un ottimo fingerstyle il brano ‘'Señoritas'', subito
dopo Chick Corea al piano accende un ritmo cadenzato della mano sinistra facilmente
riconoscibile, la destra invece è caratterizzata da un tocco percussivo latineggiante
davvero inconfondibile. I brani si susseguono con una scaletta ben precisa ma le
improvvisazioni durante la performance non mancano di stupirci. La musica del duo
sembra fondere la tradizione folk e classica con il jazz ma la loro è una scelta
chiara, quella di esplorare l'inesplorato, un dialogo musicale senza tempo o diversità
musicali. Anzi, a volte sono i rispettivi strumenti a voler entrare nel mondo musicale
dell'altro giocando nelle otto e sedici battute.
Si passa dal valzer ‘'Waltz for Abby'' di Fleck al Preludio di Scarlatti rivisto
e plasmato dalle note di Corea e le pizzicate a tratti bluesy del banjo. ‘'Mountain''
da ritmo alla serata sfoggiando un fingerpicking degno del miglior Bluegrass. Chick
Corea è sempre stato un grande estimatore di Bela Fleck e la sua band Flecktones,
sì proprio quella dove capeggiava il Victor Wooten che ben conosciamo. E proprio
da questa passione è nata una grande amicizia che dura fin dagli anni '90 quando
appunto la band Rock-Bluegrass si esibiva nei grandi Jazz Festival statunitensi.
Naturalmente non poteva mancare ‘'The Enchantment'', brano che da il titolo al loro
primo album per la Concord, Jazz. Ci sorprende gradevolmente la ‘'Children's Songs
#6 ': Corea e il suo tocco cristallino e imprevedibile ci regala brividi a pelle,
le note riecheggiano nelle pause, spaziano tra le memorie di Ligeti e i suoi studi.
Bela Fleck lo segue con accordi leggeri creando atmosfere alla ‘'Return To Forever''.
E' incredibile l'ascolto della complessità del ritmo, la musica di Corea è così
vera che rende facile l'ascolto al pubblico anche quando si ha a che fare con concetti
assai complessi. Il talento di un grande musicista di Jazz è appunto quello di rendere
il materiale fresco ogni volta che lo si ripropone. E la luce dei riflettori sul
palco, volutamente tenue, avvicina ancor di più il pubblico alla musica e alla spontaneità
dei loro protagonisti.
E ancora si continua con ‘'Juno'' che ci ricorda le scorribande di anni passati
e la colorata scena dei palcoscenici di Austin con i Flecktones e poi ancora ‘'Spectacle''
e il ritmo aumenta vertiginosamente. Le note di Bela Fleck spiccano il volo. Anche
il nostro banjonist ha avuto esperienze di trasposizioni di classici in versioni
bluegrass come il ‘'moto perpetuo per violino (in banjo) e chitarra in C major Op.
11 MS 72'' di Paganini o anche versioni arrangiate di sonate di Bach.
Abbiamo quindi di fronte due musicisti che si divertono a giocare sulle tonalità
e i ritmi, capaci di cambiare un classico di Bluegrass e farlo diventare uno Standard
Jazzistico. La giocosa complicità instaurata tra i due musicisti durante i loro
anni in viaggio è diventata una piacevolissima visione della musica suonata insieme.
Sia Chick che Bela hanno molti progetti nei rispettivi ambiti musicali e si ripromettono
ogni volta di ritrovarsi nuovamente per scambiare materiale sempre nuovo che possa
essere eccellente per una continuazione del progetto.
Il concerto ha termine con il seguito di applausi e consensi del pubblico ma c'è
ancora il tempo per un bis con la proposizione di un classico di Ary Barroso nella
versione di Antonio Carlos Jobim. Una geniale e succulenta versione di ‘Aquarela
Do Brasil' o anche 'Brasil' saluta la piazza di Sant'Elpidio a Mare.