Barre Phillips - Sicilian Connection Palermo, 28-30 gennaio 2011, Cantieri Culturali
alla Zisa
di Vincenzo Fugaldi foto di Ross La Ciura
L'instancabile attività dell'Associazione Curva Minore, animata con competenza e
passione da Lelio Giannetto, ha dato ai musicisti – siciliani e non – la
grande opportunità di partecipare a una settimana di workshop di improvvisazione
per sviluppo solistico condotto da Barre Phillips. All'evento hanno partecipato
ben venti improvvisatori di vari strumenti. A conclusione del workshop, nelle serate
del 28, 29 e 30 gennaio, un pubblico foltissimo ed entusiasta ha assistito a una
serie di performance improvvisative, denominate "Sicilian Connection", condotte
dal contrabbassista statunitense con musicisti isolani o vicini alla Sicilia.
Phillips (San Francisco, 1934) è noto nel mondo del jazz sin dai primi anni Sessanta,
e ha al suo attivo una lunga e prestigiosissima lista di collaborazioni, da George Russell a
Ornette
Coleman, per fermarsi a due soli nomi. A Palermo ha incontrato, nella
prima serata alla Sala Wenders del Goethe-Institut ai Cantieri Culturali alla Zisa,
una gloria locale, il sassofonista Gianni Gebbia, e un giovane violinista
trapanese, Alessandro Librio, oggi residente a Londra. Insieme hanno formato un
trio, preceduto da una breve introduzione di solo contrabbasso, che definiva immediatamente
il particolare approccio improvvisativo di Phillips, basato su un costante rapporto
di interazione col pubblico, per nulla serioso, ironico e autoironico, su un approccio
materico allo strumento, sul quale alterna rumorismi realizzati con un uso non canonico
dell'archetto e con ogni possibile artificio tecnico, sfregamenti, armonici, corde
percosse, a fraseggi all'archetto e in pizzicato di penetrante leggibilità, oltre
al frequente uso della parola – in una babele di lingue diverse - a fini recitativi
o di commento e stimolo. Gebbia e Librio sono entrati nel mondo musicale di Phillips,
che richiede elevatissima concentrazione e costante ascolto reciproco, con differenti
atteggiamenti, più smaliziato il primo – al sax alto, cui ha unito a momenti un
buffo richiamo da caccia, colmando lo spazio musicale con pertinenti note lunghe,
soffiati, sciolti fraseggi - e più circospetto ma altrettanto incisivo il secondo,
alla viola e al violino, utilizzati principalmente con tecniche non ortodosse. Un
duo viola-contrabbasso entrambi suonati con l'archetto va citato per lirica intensità.
La seconda serata è iniziata con un quartetto che ha accostato a Phillips il pianoforte
del messinese Luciano Troja, la chitarra elettrica del calabrese Giancarlo
Mazzù e le ance dell'alcamese Giuseppe Viola, che si è alternato al clarinetto
turco in sol, al sassofono soprano e al clarinetto. La performance si è incentrata
sui pensosi interventi di Troja, proteso a creare atmosfere crepuscolari fatte di
poche note di grana delicata che si intrecciavano col pizzicato di Phillips e il
fraseggio travolgente delle ance di Viola. A seguire, un quintetto – battezzato
da Phillips come "The Connection Orchestra" - che ha affiancato al contrabbassista
la carismatica figura del polistrumentista di Carlentini Carlo Cattano, al
sax baritono e al flauto basso, dell'ennese Davide Barbarino al sax alto e al clarinetto
e i palermitani Davide Rinella all'armonica cromatica e Simone Sfameli alle
percussioni, per un set di elevata concentrazione, caratterizzato dai colori contrastanti
del flauto e del sax baritono e dell'armonica, sul tappeto dei musicalissimi ricami
pieni di sottile discrezione del giovane percussionista.
La terza e ultima serata, dopo un intenso set in solo di Phillips, è proseguita
con un trio che coinvolgeva il trombonista siracusano Elio Amato e il chitarrista
di Palazzolo Acreide Davide Granato. Ancora un set informale, che coniugava i pistoni
del trombone di Amato e le atmosfere della chitarra elettrica suonata prevalentemente
con l'archetto con la presenza carismatica del contrabbassista.
La rassegna si è conclusa con una formidabile performance per soli contrabbassi,
intitolata Fo(u)r Basses, che affiancava a Phillips le corde e i legni del palermitano
Lelio Giannetto, del ragusano Giuseppe Guarrella e del giovane Alessandro Vicard di Palazzolo Acreide. I quattro hanno esplorato tante possibili sfumature
e innumerevoli intrecci, all'insegna di una comunicatività sorprendente, testimoniando
l'estrema vitalità della musica improvvisata, territorio aperto a ogni musicista
– e ascoltatore – che non tema di mettersi in gioco fino in fondo, ponendosi a disposizione
degli altri senza alcun riferimento precostituito, in uno scambio che può rivelarsi
– come è successo spesso durante queste serate palermitane – vivo e fecondo.
Inserito il 6/3/2011 alle 12.28.05 da "curvaminore" Commento: si, proprio dieci giorni magici accanto a Barre, grande e vero Maestro di vita nella musica. dopo la sua partenza molti dei musicisti si sono sentiti orfani... ma l'influsso del lavoro di Barre è sempre con noi. meraviglioso. magico. grazie a tutti i musicisti che hanno partecipato con cui si è creato un clima di grande amore e partecipazione condivisa; grazie a Heidi Sciacchitano che ci ha ospitati presso il Goethe-Institut Palermo, grazie a Ross per le belle foto e a Vincenzo per la bella recensione.
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Data pubblicazione: 06/03/2011