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Albinea Jazz 2005
di Simona Boni

Si è brillantemente concluso domenica 10 luglio il festival Albinea Jazz 2005. L'iniziativa organizzata e ideata dal Comune di Albinea (Re) in collaborazione con l'Associazione Culturale ProgettArte e con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, è giunta quest'anno alla sua diciottesima edizione, confermando e consolidando il grande successo ottenuto nei precedenti anni. Il festival è infatti ormai divenuto un punto di riferimento per gli appassionati della musica jazz, ponendosi come atteso appuntamento e come occasione spesso unica di ascoltare i più grandi artisti internazionali. Dal 1988, anno di avvio del festival, si sono susseguiti nomi di prim'ordine, alcuni dei quali presenti ad Albinea come unica data nazionale: il Wynton Marsalis Quintet nella prima edizione, il grande Sonny Rollins nel 1989, poi a seguire il Bob Berg/Mike Stern Group (1990), Max Roach Quartet e il Vitous - Garbarek - Erskine Project (1991), Pat Metheny/Roy Haynes/Dave Holland (1992), il J.J. Johnson Quintet e Franco Cerri/Enrico Intra Quartet (1993), Betty Carter Trio, Gateway, Roy Hargrove, Joshua Redman (1994), per non fare che alcuni esempi.

In linea con questa tradizione Albinea jazz 2005 ha saputo ancora una volta conquistare l'interesse e l'entusiasmo del pubblico attraverso due proposte musicali di altissimo livello. Come ormai consuetudine la suggestiva cornice di Villa Arnò ha offerto il contesto adeguato all'ascolto dei concerti, accogliendo il pubblico intervenuto assai numeroso nel grandioso parco, trasformato per l'occasione in platea, a fronte del palco sistemato davanti alla facciata neoclassica dell'edificio.

Protagonista della prima serata, sabato 9 luglio, è stata l'attesissima Dizzy Gillespie Alumni - All Star Big Band. Si tratta di una formazione ‘storica', una sorta di leggenda del jazz, in quanto riunisce artisti quali Slide Hampton, Jimmy Heath, Frank Wess, James Moody, John Lee che già in passato avevano collaborato con Dizzy Gillespie durante i suoi cinquanta anni di intensa attività musicale. Con Gillespie siamo di fronte a uno dei più grandi musicisti jazz di tutti i tempi, noto non solo per le sue performances ricche di innovazione e personalità, ma anche come compositore di nuovi capolavori ormai entrati nel repertorio jazzistico. Veri eredi dell'arte di Dizzy, questi musicisti hanno saputo ricreare le sonorità delle orchestre jazz da lui fondate e dirette, avvalendosi anche dell'apporto di giovani artisti pieni di grinta e talento, già riconosciuti come nuove stelle del jazz: Terrell Stafford, Claudio Roditi, Renee Rosnes, Antonio Hart. Il risultato è stupefacente: l'energia comunicativa dell'insieme, la sintonia fra le diverse personalità, il sound stesso creato dal gruppo, le sonorità avvolgenti di Dizzy sapientemente rievocate dalla tromba di John Faddis, non potevano offrire un migliore tributo alle Dizzy's bands. La nascita ufficiale della formazione, nell'estate del 1998, risale infatti all'occasione di un concerto dedicato al repertorio composto da Dizzy Gillespie per le sue band: da allora il successo è stato immediato, come confermano le numerose esibizioni e la produzione discografica di elevata qualità. Il programma proposto dal gruppo per Albinea Jazz ha confermato questa linea alternando i più noti brani del repertorio di Gillespie, quali ad esempio A Night In Tunisia e Man Tecar, con altri celebri standards del repertorio jazzistico, da Jessica's Day di Quincy Jones, a Off minor di Thelonious Monk, a Without you know me di Jimmy Heath.

Domenica 10 luglio si è tenuto il secondo appuntamento del festival con l'entusiasmante performance del Curtis Fuller Sextet, una formazione anche in questo caso di grande valore, come dimostrano i nomi dei componenti del sestetto: il celebre trombonista Curtis Fuller, David Hazeltine (piano), Don Sickler (tromba), Javon Jackson (sax tenore), Nat Reeves (basso), Joe Farnsworth (batteria). Curtis Fuller, nato settanta anni fa a Detroit, è oggi noto come uno dei più importanti esponenti del trombone moderno, un artista di riferimento per il jazz dal dopoguerra in avanti. Con il suo stile e il suo modo di suonare inimitabile ha conferito una nuova espressività al jazz: il suo suono fluido, il lirismo e l'ingegnosità dei suoi fraseggi solistici, la sua abilità virtuosistica fanno di lui un artista unico. Nella sua lunga e brillante carriera ha suonato con i musicisti più celebri del mondo jazz con i quali ha collaborato anche nelle sue numerose incisioni discografiche: per fare qualche nome basti citare Bud Powell, John Coltrane, Dizzy Gillespie, Benny Golson, Cedar Walton, Art Blakey.

La coesione e l'intesa fra i componenti del gruppo ha dato vita a una esecuzione emozionante, realizzando un giusto equilibrio fra le brillanti capacità improvvisative dei singoli artisti e le sonorità dell'insieme. L'elemento straordinario è dato dagli interventi del trombone solista, che appare così in un ruolo nuovo e insolito, trasformandosi nelle mani di Fuller da elemento del set strumentale a parte solistica e virtuosistica. Anche la scelta del repertorio ha permesso di mettere in evidenza le qualità del sestetto, con l'esecuzione di musiche appositamente composte da Curtis Fuller per il gruppo (The clan, The court, Capnkidd) affiancate da improvvisazioni su noti standards jazz, tra cui Body And Soul nella mirabile versione solistica del sax tenore di Javon Jackson.

Anche quest'anno il festival Albinea Jazz si è rivelato un appuntamento imperdibile per gli appassionati del jazz: la qualità delle proposte, alle quali il pubblico ha risposto con entusiastica partecipazione, costituiranno certamente una chiave di sicuro successo anche per le prossime edizioni.







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Data pubblicazione: 23/09/2005

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