CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA JAZZ

Franco D'Andrea: pianoforte 
Ensemble Mobile diretta da Corrado Guarino 

musica di Franco D'Andrea e Corrado Guarino
arrangiamenti di Corrado Guarino


Ensemble Mobile 
Guido Bombardieri:
clarinetto, sax alto 
Maurizio Moraschini:
sax alto 
Tino Tracanna:
sax soprano, sax tenore 
Alberto Nacci:
sax tenore 
Ugo Gelmi:
sax baritono 
Luca Calabrese, Fabio Brignoli:
tromba 
Oscar Gelmi:
corno 
Luca Begonia:
trombone 
Roberto Rossi:
trombone, bassotuba 
Sandro Massazza:
contrabbasso 
Stefano Bertoli:
batteria

L'INCONTRO tra Ensemble Mobile e Franco D'Andrea, uno dei grandi del jazz italiano, non vuol essere l'aggiunta di un solista prestigioso alla normale compagine orchestrale, ma il tentativo di un dialogo, pressoché inedito nella storia del jazz, tra pianoforte e grande organico jazzistico. 
Le COMPOSIZIONI di D'Andrea (a cui si aggiunge un brano di Guarino), arrangiate da C. Guarino in un lavoro a stretto contatto con l'autore, sono smontate, rimontate e elaborate alla ricerca di una perfetta integrazione tra scrittura e improvvisazione: l'orchestra non si limita a un anonimo background, ma svolge un dialogo serrato con il solista. 

Il MONDO ESPRESSIVO di D'Andrea si fonde dunque con una scrittura orchestrale che, tra suggestioni di diversa origine, lascia emergere prevalente la componente ritmica, elemento, come è noto, essenziale del linguaggio jazzistico.


"Guarino, compositore sottovalutato, ha affrontato una sfida rischiosissima: scrivere una sorta di concerto per pianoforte e orchestra su composizioni di D'Andrea, cercando un equilibrio tra il suo pianismo aperto, le complesse forme modulari delle sue composizioni e le esigenze della scrittura orchestrale. 
"Il problema è stato risolto brillantemente scrivendo e dirigendo una partitura fondata sull'elaborazione dei temi di D'Andrea, lasciando spazi aperti o intrecciando abilmente questi motivi scritti con le improvvisazioni del pianista; il qual ha abbandonato il suo pianismo "totale" a favore della tessitura di un lunga, avvincente ghirlanda pianistica, tutta spostata sul registro medioacuto, quasi una sorta di fioritura continua e liberissima, al tempo stesso sostanziale e ornamentale, ora punzecchiata, ora completamente circondata dall'orchestra." 
Stefano Zenni - Musica jazz - dicembre 1999

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