|
Dagnino - Haslam - Pastor - Waterman
Narcète
Slam (2012)
Chant I/II/III/IV/V/VI/VII/VIII/IX/X
Erika Dagnino - poetry, voice
Stefano Pastor
- violin, double bass
Steve Waterman - trumpet
George Haslam - baritone sax, tarogato
Nel luglio del 2011
Stefano Pastor
ha suonato in diverse situazioni con un gruppo di musicisti a cui è particolarmente
legato per affinità estetiche, per uno stesso modo di intendere la musica, oltre
che da un rapporto di amicizia consolidato negli anni. Con una parte di questi artisti
lo ritroviamo in questo "Narcète", inciso a Campoligure, prima della partenza per
il festival di Clusone. Rispetto al sestetto che si è esibito nel comune del bergamasco,
mancano Ken Filliano e Silvia Bolognesi, il doppio contrabbasso, mentre sono presenti
tutti gli altri membri della formazione. A fornire un aspetto particolarmente inconsueto
al disco è la presenza di Erika Dagnino, autrice delle poesie e voce del gruppo.
Siamo di fronte, cioè, al connubio jazz & poetry. I testi dell'autrice genovese
sono impregnati nel simbolismo con immagini spiazzate e stranianti, in un racconto
teso, frutto di una ricerca accurata anche di accorgimenti fonetici, che scava a
fondo nella corporeità dell'inconscio con rimandi colti a personaggi della mitologia
e agganci a neologismi di uso comune (tipo: privacy). Ci sono immagini particolarmente
felici come "Le riunioni degli uomini sono illusioni di simposi, all'ultima moda,
per non imparare a morire", "l'amore è un annegato con le dita da martire..." La
poetessa privilegia un modo di porgere le parole secco e tagliente. E' un flusso
verbale uniforme, dove le dinamiche espressive sono pressoché scartate. E' una scelta
di campo. Non è un'attrice e non ambisce a questo ruolo. Lancia il suo messaggio,
i suoi versi attraverso una lettura partecipata emotivamente, ma impersonale nel
tono. Malgrado questo, la parola diventa autentico elemento musicale, senza pretendere
di esserlo a priori. E' stata indovinata, poi, l'opzione per la lingua inglese,
Nella performance di Clusone l'italiano aveva costituito un freno, un limite alla
sequenza verbale, rendendola meno efficace in rapporto all'improvvisazione dei partners.
Accanto alla Dagnino opera
Stefano Pastor,
autentico regista della parte musicale. Il violinista, quasi sempre, lascia l'iniziativa
ai due fiati e poi si insinua per inserire un carattere significativo, una giunta
timbrica eloquente e di rilievo con il suo strumento acustico o elettricamente modificato.
In un "Chant" si esibisce anche al contrabbasso con un contributo decisamente jazzistico,
pieno di swing al 100%.
Steven Waterman è una vera sorpresa. La sua tromba vivaldiana,
aperta e squillante, girovaga all'interno delle composizioni istantanee aggiungendo
un tono classico, ma antitradizionale, in un contesto peraltro affatto libero.
George Haslam è il solito complemento ideale sul registro grave
per questo tipo di performances. La sua voce pesante e "sporca", di chi ha una pratica
improvvisativa di così lunga data, si unisce magnificamente alla brillantezza dell'ottone,
agli effetti speciali del violino distorto e irrequieto e allo "spoken word" della
Dagnino. Si ascolta tanto blues in questo disco. E' un blues sotterraneo,
serpeggiante, non esplicito, arcaico nelle intenzioni, attuale nella forma e nella
sostanza.
"Narcète", in conclusione, è un cd di jazz contemporaneo con
poesia inclusa, che conferma la volontà di
Stefano Pastor
& soci di cercare ogni volta situazioni inedite per mettersi alla prova. Anche in
questo caso i risultati sono molto confortanti.
Gianni Montano per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.886 volte
Data pubblicazione: 17/02/2013
|
|