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Alessio Brocca, Ed. Musicali MUSIC CENTER Snc
Via Don R. Crippa, 1
20035 LISSONE (MI)
tel. 039 484774
fax 463211

Duccio Swingers
Musici sono
gli usignoli e i passeri che primi hanno dischiuso finestre oltre la vita

1) Angry
2) Jazz Memories blues
3) Wolverine blues
4) Casanova's Lament
5) It don't mean a thing

6) Basin Street Blues
7) Louisiana
8) Make me a pallet on the floor
9) Indiana
10) Love is just around the corner
11) I can't believe that you are in love with me
12) Baby won't you please come home
13) Just you just me
14) What a difference a day makes
15) Over the breeze

Duccio Castelli voce/trombone
Alfredo Ferrario clarinetto
Rossano Sportiello
piano
Paolo Alderighi
piano
Roberto Colombo
chitarra elettrica
Aldo Zunino
contrabbasso
Massimo Caracca
batteria
Egidio Colombo
chitarra

Duccio Castelli, poeta ancor prima che musicista, è a tutti gli effetti un tradizionalista. Chi, dall'ascolto di questo Musici sono cercasse qualcosa di più di "sughi arcaici alla Kid Ory, liricità Teagardeniane, swingacci gustosi ed il mainstream", è perciò avvertito.

La carriera di musicista di Castelli copre un periodo di oltre trent'anni: dopo aver lavorato per anni in Sudamerica con il sassofonista Alfredo Espinoza, una volta tornato in Italia, si è unito ai Riverboat Stompers Jazz Band, per poi dedicarsi, negli ultimi anni, alle tre formazioni da lui fondate: il Barcelona Milan Washboard, i Duccio Swingers e i New Duccio Swingers. I New Duccio Swingers altro non sono che il vecchio gruppo con l'aggiunta di una chitarra e in formazione pianoless.

In Musici sono i brani originali sono soltanto due: Jazz Memories Blues, testo di Castelli e musica di Espinoza, e una mielosa composizione dedicata a Lady Diana, Over the breeze. Questi sono gli unici pezzi in cui non compaiono clarinetto, trombone e chitarre.

Ma il meglio di sé Castelli lo dà nell'interpretazione dei grandi classici del passato, quali ad esempio il brano d'apertura, Angry (di George Brunis), il pezzo più riuscito dell'album, o Wolverine Blues del grande Jelly Roll Morton, o It don't mean a thing di Ellington, o ancora la divertente Make me a pallet on the floor.

Il Castelli cantante-strumentista è impeccabile, così come i suoi colleghi, e la capacità di interplay fra il trombonista e il clarinettista Alfredo Ferrario è davvero notevole.

Dovendo muovere una critica ai Duccio Swingers e alla loro musica, potremmo dire che il loro limite sta nel non discostarsi mai troppo dal classicismo delle esecuzioni, ma un fattore di questo tipo, per dei puristi, rappresenta semmai un pregio.
Francesco Ughi per Jazzitalia

ESTIMADO DUCCIO; Hace unos momentos el correo me trajo tu disco y no pude aguantar los deseos de escucharlo. Solo puedo expresar lo escuchado en una palabra.... SORPRENDENTE !!!!!....
Una formación original, todos los músicos con un nivel de swing arrollador y poco habitual, ¡ que clarinete !.... que pianos !... que ensamble !!!!.... que ideas !!!!!....
porca miseria !!!!.....así se toca Jazz !!!!.... y tu que eres quien mas me sorprendió !!!!!....
Liderando el grupo con solidez y swing, ocupando el lugar de la trompeta con gran tempo y soleando con gran dulzura o incisividad segun la idea del tema lo requiera !!!!....
Envidiable tu solo de "liricitá Teagardeniane" como tu la llamas en Basin Street, y la melancolia indisimulable del tema compuesto con Alfredo Espinoza.
Te ves muy libre como músico y como cantante. Mucho mas libre que en discos anteriores, con mayor madurez y dominio de las ideas y del swing. Mis felicitaciones.
Mi gran admiración por todo el grupo, con sonoridad poco habitual. Un abrazo a todos !!!.
Martin Mueller, Portena J.B. Buenos Aires- 2003


"...non sono solito scrivere ma quando lo faccio vuol dire che il "bravo!" viene dal cuore... bravo per tutti... la registrazione... Ferrario che non ha nulla da invidiare a Peanuts Hucko...il basso non sbaglia una nota che sia una...la tua voce, Duccio ricorda da vicinissimo quella di Jack...e anche la voce al trombone...un 11 e lode alla grafica...un abbraccio e 10 e lode veramente a TUTTI..."
Carlo Loffredo, Roma 8 Marzo 2005.


"Da anni Castelli è impegnato a riproporre in versioni abilmente aggiornate il jazz tradizionale inteso in senso più lato... musicisti di prim'ordine... organico atipico... tra le esecuzioni più felici ANGRY, IT DON'T MEAN A THING, LOUISIANA, I CAN'T BELIEVE..."
Musica Jazz di Gennaio 2005


 












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Data pubblicazione: 08/02/2004

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