Con una similitudine gastronomica, probabilmente
gradita all'isolano (dell'Elba) Andrea Colli, si potrebbe definire questo
"Keep swinging" come un raffinato e riuscito "caciucco", la mitica zuppa
di pesce tipica di quei mari. Gli ingredienti sono infatti vari (swing vero e proprio,
bop, brani di
Irio De Paula), gli odori e le suggestioni cangianti (al trio di base
si aggiungono infatti qua e là il clarinetto di
Nico Gori
ed il vibrafono di Giacomo Riggi). Il tutto è "cucinato" con grande perizia,
amore e rispetto della tradizione e con uno sforzo, apprezzabile, di proporre un
repertorio non banale. Non i soliti canovacci e nemmeno gli ormai quasi altrettanto
soliti ed improbabili "originals". Cucina (jazz) di una volta, verrebbe da dire.
Artigianale, affidabile, senza sorprese.
Alla fine, però, il tutto risulta al palato un po' troppo delicato e leggero. Il
jazz (come il caciucco) ha bisogno anche di ingredienti più forti, piccanti. Ma
questo è discorso un po' ripetitivo, ed in ogni caso riferibile a gran parte della
musica improvvisata che si ascolta di questi tempi. Per chi ama il tipo di jazz
che propone, "Keep swinging" è comunque un ottimo disco: elegante, malinconico,
felpato, carezzevole. Suonato molto bene, e con feeling da tutti i protagonisti.
E' davvero strano che un drummer tanto ricco di suono, di souplesse e di cultura
jazzistica come Colli - che a suo tempo aveva militato negli Area di Demetrio
Stratos e collaborato con Bobby Durham - abbia dovuto aspettare tanto
per riuscire a produrre un disco a suo nome.
Ps: A proposito di Durham: avrebbe dovuto cantare un paio di brani in questo
disco...La sottile malinconia che aleggia su tutto il disco nasce forse da questa
assenza.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/12/2008
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