2005 (registrato 9-11 Agosto e 14 Novembre 2004) |
Silvio Zalambani Grupo Candombe 2
Después de Santiago de Cuba…passando para Brasil
1.
Son del candombe (Zalambani) son-montuno 2. Un cha-cha con Pedro (Zalambani) cha-cha 3. En mi nostalgia (Peraza) bolero 4. Capirinha e chopinho (Zalambani) choro 5. Amigos do peito (Zalambani) ijexa 6. La madrugada (Zalambani) mambo 7. El francesito del Abasto (Zalambani) tango 8.
Saudade de um Amor (Zalambani) bossanova 9. Toca la rumba (Peraza-Zalambani) rumba guaguancò 10. El loco (Zalambani) tango 11. Brasil pra mim (Zalambani) marcha rancho 12. Perro caliente (Mantovani-Zalambani) son-changui 13. La Isabelica (Zalambani) danza cuba
Silvio Zalambani - sax soprano e
alto Ximena Jaime Velandia -
violino Gendrickson Mena Diaz -
tromba e flicorno Donato D'antonio -
tres e chitarra Massimo Mantovani -
pianoforte Tiziano Negrello -
contrabbasso, (katà in "toca la rumba")
Luca Marcello - congas, (chekerè, cajon,
tres dos e voce solista in "toca la rumba")
Mario Pentòn Hernandez - maracas, (tumbadora
in "toca la rumba") Pedro Mena Peraza
- bongos, guiro, campana, (quinto in "toca
la rumba") Filippo Tosi -
timbales, claves, windchimes, rullante e piatti
Davide Bernaro - pandeiro, tamborim, udu,
tam tam, cuica e agogò |
Il Grupo Candombe di Silvio Zalambani ha esordito nel 2001 con il disco omonimo, prodotto dalla Mobydick e compreso nella collana Carta da musica, suscitando sia nel pubblico che nella critica reazioni decisamente favorevoli. La formazione, vantando la partecipazione al XXIII Festival de Caribe-Fiesta del Fuego, svoltosi a Santiago de Cuba e Guantanamo, e rappresentando con il suo ultimo progetto (Grupo Candombe 2) l'Italia, al VI vertice mondiale del tango che si terrà quest'anno a Siviglia, si promuove come un importante realtà della musica latinoamericana e afrocubana nel mondo.
La scelta dei brani, firmati in gran parte dal leader del gruppo, è mirata all'esplorazione e alla riscoperta dei territori musicali della tradizione latinoamericana – in particolare quella brasiliana e argentina – dando anche spazio ai ritmi e ai suoni di matrice cubana, in una rielaborazione attenta e rispettosa dei numerosi generi, che qui sono affrontati delicatamente uno ad uno: bolero, mambo, tango, bossanova e choro – che è una musica tradizionale brasiliana dei primi del ‘900 – si susseguono con un piacevole vigore espressivo, permettendo all'ascoltatore l'incontro con un mondo di suoni fortemente caratteristici delle realtà che sono via via rappresentate. L'attenzione timbrica, manifestata dagli accurati accostamenti strumentali, conferisce all'album una preziosa ricchezza di suoni, che irrobustisce il legame dell'ascoltatore con gli scenari dipinti dalla musica, come ad esempio in "Toca la rumba": il ricco volume percussivo trova nei cori degli
Africa Brothers e nella voce di Luca Marcello la sua dimensione tradizionale, rievocando attraverso l'intreccio ritmico-vocale i primordi di una musica che qui sembra essere in pieno contatto con la propria identità.
Il valore dei musicisti, che è senza ogni dubbio fuori discussione, viene descritto nei brani, da una dialettica tutt'altro che virtuosistica (persino le ance del leader riescono a non monopolizzare lo spazio musicale) che pone invece l'attenzione nel calibrare i timbri e le dinamiche, favorendo di molto il valore espressivo del collettivo.
La sezione ritmica, formata da sei elementi – se vi comprendiamo anche il contrabbasso – scandisce con efficacia poliritmie e polimetrie, che grazie al loro fitto tessuto propulsivo, favoriscono un ampio respiro ai temi e sostengono le voci quasi sempre ispirate dei solisti.
Il rispetto che il Grupo Candombe esprime per la tradizione è evidente, soprattutto nel tentativo di non contaminarla con strumenti o approcci stilistici inopportuni – come spesso avviene nella world music – che devierebbero di certo il significato di una musica pura, coinvolgente ed emozionante, come quella impressa su questo disco.
La registrazione è ottima e il disco, confezionato nel sempre piacevole digipack, è fornito di un libretto con una piccola biografia della band e un breve spiegazione dei brani, scritta dal leader Silvio Zalambani. Un disco ottimo nel suo genere. Buon ascolto.
Marco De Masi per Jazzitalia