Jazzitalia - Bignone/Nasta: Conquest
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Heristal Entertainment, 2008
Bignone/Nasta
Conquest


1. Prelude (M. Bignone)
2. Propitiatory Ritual (M. Bignone)
3. Ritual Reprise (C. Nasta)
4. Southwards (M. Bignone)
5. Buona Speranza Blues (M. Bignone)
6. The Three Caravels (M. Bignone)
7. 1492 (M. Bignone)
8. Everest (M. Bignone)
9. Crossing India (M. Bignone)
10. Magellan's Voyage (M. Bignone)
11. Passage to N.W. (M. Bignone)
12. Sorrow (C. Nasta)

Maurizio Bignone - viola, voce, basso elettrico, percussioni
Cristiano Nasta - elettronica, loops, drum-bass, sintetizzatori
Mohamed - voce e percussioni su "Ritual Reprise"



La viola non ha mai avuto la giusta attenzione da parte del pubblico. Avvistata in pochi progetti con gli archi suoi cugini e mai studiata a fondo, snobbata a vantaggio di violini e violoncelli e ben ancorata all'immaginario della cosiddetta musica "colta". Uno strumento ancora da approfondire, quasi "vergine" e proprio per questo dalle possibilità sonore intatte.



I
l progetto di Bignone e Nasta ha come obiettivo la rivalutazione di questo affascinante arco e lo ripropone inserendolo in un contesto sicuramente atipico: un incontro tra l'avanguardia jazzistica, la musica etnica e la tradizione rappresentata proprio dalla viola. Ammetto di essere rimasto spiazzato alla vista di un tale esperimento, di non facile progettazione e ancor più difficile macchinazione. Ci vuole del fegato per tentare un album a quattro mani con una viola, un basso elettrico, drum machines e un filo conduttore. Ma dopo un anno di prove, registrazioni e tentativi, tuttavia, "Conquests" ha visto la luce.

L'esperimento è riuscito. L'eclettico duo, utilizzando l'intera gamma timbrica della viola, e addirittura ampliandola tramite riverberi ed effetti di distorsione, realizza un album suggestivo e mai scontato. Impossibile catalogare "Conquests", a metà strada tra la world music ed il nu-jazz.

L'atmosfera che caratterizza gran parte del lavoro rimanda direttamente a terre ancora inesplorate ma affascinanti, quali l'Australia o l'Asia centrale, come inesplorate sono le capacità della viola. Dopo tutto, il leit-motiv di "Conquests" sono proprio le scoperte geografiche che hanno visto l'uomo sulla cima dell'Everest (qui musicato, con i suoi misteri e la sua storia, in maniera perfetta) o a Capo Buona Speranza.

Maurizio Bignone riesce sempre a collocare l'arco al punto giusto, alternando il suo ruolo da semplice strumento d'insieme nelle tracce più ricche a vero protagonista di brani interi (Magellan's Voyage). Non va comunque sottovalutato il suo lavoro alle percussioni, che accentuano il carattere "esotico" dell'album. Definizione assurda, ma a mio parere capace di identificare le idee dei due artisti palermitani. Da parte sua, Cristiano Nasta ci mette i sintetizzatori ed il ritmo. Molta libertà concessa alla sua futuristica strumentazione, che su Ritual Reprise rimanda alla musica elettronica.

Il disco è dedicato alle conquiste dell'uomo in campo geografico. Certamente Vespucci e Colombo saranno fieri di aver ispirato un disco che rappresenta una sorta di conquista in campo musicale.
Giuseppe Andrea Liberti per JazzItalia













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Data pubblicazione: 02/11/2008

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