Per chi si interrogasse sul significato del nome Link XII, questa è la
spiegazione riportata all'interno del disco: "…fu chiara la relazione col jazz
attraverso le 12 battute del blues, quindi venne l'idea di LinkXII: una zona fantastica
dove il jazz ed il blues stanno di casa".
Chiarita questa piccola curiosità, possiamo andare avanti parlando prima
di tutto della particolare composizione dell'organico. Due chitarre (di cui una
spesso acustica), un basso elettrico, una batteria: una timbrica contrassegnata
che sa però muoversi con agilità dal granitico rock/blues di
Tapum alle vesti "fusioneggianti" di
Kiss my hands.
Il ruolo delle due chitarre è gestito con gusto ed intelligenza: mentre
una disegna le linee melodiche del tema o del solo, l'altra riveste una funzione
armonica oppure, nei momenti più esaltanti, risponde dando vita ad interessanti
dialoghi ritmico-melodici.
La sezione ritmica formata dal metronomico Michele Leonardi e dal
solidissimo basso di Antonello Solinas, riveste un ruolo decisivo nello slancio
di una musica che fa del ritmo uno dei propri elementi fondanti insieme all'elasticità
e vivacità dell'interplay.
Ma ovviamente nel disco c'è molto altro. Sette composizioni-improvvisazioni
che se da una parte identificano nel jazz e nel blues la loro origine, dall'altra
mostrano un vocabolario ancora più ricco in cui non sono ammessi rigidi confini
stilistici e sterili riproduzioni: la bella interpretazione del bourée (antica
danza popolare francese) in Scherzo Rosa, le
melodie di Waltzing at ease e
Dense and delightful, lo swing di
Three minute blues.
Una musica genuina, ben costruita, da cui traspare passione e sincerità.
Marco De Masi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/02/2007
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